2016 Punk is dead

E’ di pochi giorni fa la dichiarazione sconcertante di Joe Corre, co-fondatore della catena di lingerie britannica “Agent Provocateur”, nella quale annuncia di voler letteralmente dare alle fiamme la sua collezione di cimeli punk per un valore di circa 5 milioni di sterline.

L’imprenditore britannico, figlio della nota stilista anticonformista Vivienne Westwood e di Malcolm McLaren, impresario dei Sex Pistols, vuole manifestare così la sua indignazione per “Punk London” una serie di eventi che proclameranno il 2016 l’anno del Punk in Inghilterra.

Vedere istituzionalizzare il movimento punk, con la benedizione della regina, i finanziamenti della National Lottery e la sponsorizzazione della British Library e del Museo di Londra, è per Corre uno svilimento di quello che è stato per anni un movimento per il cambiamento e il rifiuto all’omologazione imposto dalla società. La cultura alternativa e punk è stata declassata a semplice “pezzo da museo”.

Questo falò, in segno di protesta per risvegliare tutta la gente intorpidita e compiacente che ha smesso di lottare per ciò in cui crede, è stato programmato per  il 26 novembre in coincidenza con il 40° anniversario dell’uscita del singolo “Anarchy in the UK” dei Sex Pistols.

Non è ancora stato reso noto quali pezzi della sua collezione saranno bruciati, ma è probabile che verranno inclusi alcuni dei costosi capi di abbigliamento punk della madre.

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